" Non smettete mai di protestare; non smettete , mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l'autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai". Beltram Russell

mercoledì 5 marzo 2014

che bellezza

Una Grande Bellezza

(Faro del Capel Rosso Isola del Giglio foto di Viola)

(Castel Sant'Angelo dal web)

(scalinata del Capel Rosso foto di Viola)



Cast de La Grande Bellezza
con
Francesco Azzari

De La Grande Bellezza, dopo Cannes, avevo visto solo  piccoli spezzoni, critiche o recensioni no perché non le amo, preferisco affidare le sensazione direttamente a me stessa. Da quel poco ebbi l'idea di un film felliniano, di fatto qualcosa c'è. Comunque sia La Grande Bellezza è un film tutto a se. Un film non facile. Molto profondo in contrasto con la superficialità delle vite vissute da parte dai personaggi vari. Individui diversi legati da un filo di snobismo e sofferenze che si intersecano. Cosentino analizza una certa classe romana vissuta nell'ozio, nel vizio e nella noia. Situazioni grottesche e problematiche, vuote di contenuti, scadono volutamente, nel grottesco (e qui ci vedo Fellini).  L'indifferenza totale, verso la società di tutti i giorni, di chi non lavora, di chi non apprezza la bellezza che li circonda, appaiono ombre frustrate della notte eterna in cui vivono. L'unica bellezza di cui si curano la affidano al butolino. Vittime: i loro figli, il giovane folle, la spogliarettista, non ultima la Piccola sfruttata dall'ego genitoriale (frustrato) che la vorrebbe genio del vernisage. La morte..... abbraccia fantasie e passioni giovanili dell'anziano Servillo spronandolo a cercare, dolorosamente, la bellezza e la grandezza dei luoghi, la bellezza e la ricchezza dell'anima che non riesce a far emergere. Verdone il solito artista sfigato che non riesce ad inserirsi in un mondo ipocrita e superficiale infine si arrende e torna dai "suoi". Fra tanto profano e poco sacro, la bellezza interiore è affidata alla vecchia missionaria ed è sconcertante,  parte da un lato a valorizzare le "radici" di cui lei si ciba , per giungere  alla mortificazioni della carne. A mio avviso Cosentino con questo film è alla ricerca di una terza via, quella che passa per l'umiltà unica strada per riuscire a riconoscere la Bellezza. Nel film l' "impatto" non è immediato esso si arricchisce scena dopo scena minuto dopo minuto. Musica, fotografia, immagini e scenografia da oscar. La lunga chiosa sul Tevere e Castel Sant'Angelo ne meriterebbe uno speciale. Sulla scena scorrevano, come di rito, le informazioni .... ma il film non era finito, anzi.... il lento andare controcorrente di ombre e luci rivelava il senso reale della storia narrata. Secondo me vince la luce. 


Marmi Antichi provenienti dalle mie montagne, Il Faro del Capel Rosso dall'Isola del Giglio,nel cast  il concittadino Francesco Azzari (che non conosco) han fatto si che  la Grande bellezza, in parte, mi appartenesse.




2 commenti:

  1. bellissimo il tuo post ti invito a leggere il mio se avrai voglia...e concittadina mia è invece Isabella Ferrari....
    a me il film è piaciuto, l ho visto al cine quando usci e ieri sera l ho registrato. è un film che piace o no, non vi sono mezze misure...(come del resto i film di Fellini...)

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  2. Film quanto mai controverso, tu l'hai letto benissimo!

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